Questa mia ricerca – Omphalos, il Primo Centro del Mondo – prova a restituire un senso (ma anche una geografia reale) alle parole e ai simboli degli Antichi. Attraverso testimonianze d’epoca e risultanze geo-archeologiche si analizzano e si confrontano due miti paralleli: quello di Atlante al Centro del Mondo (di cui parlano Omero, Esiodo, Eschilo, Socrate, Platone,Aristotele & C.) e quella di Amleto e del suo Mulino Cosmico, che teneva in ordine tempo e spazio nel Primo Mondo, quello dell’Età dell’Oro di Kronos. Un mito, questo, indagato magistralmente da Giorgio de Santillana nel suo saggio Il Mulino di Amleto pubblicato da Adelphi.
Stoue parallele quelle di Atlante e Amleto? O un’unica storia straziante raccontata in modo differente? Il racconto di Platone – nel Timeo e nel Crizia – testimonia di un’Isola di un Atlante al Centro del Mondo, strabiliante per la sua civiltà, ferita a morte da cataclismi marini che in un solo giorno e in notte posero fine a ogni felicità. De Santillana rintraccia ovunque uno Strazio Globale per quel Mulino/Axis Mundi finito in mare a macinare con la sua mola sabbia, corpi e sale.
Le due tragedie si svolgono al Centro del Mondo. Possibili due “fantasticherie” così, quasi identiche? Possibile un Mar Pazzo che uccide nei due racconti? Possibili due storie così sempre al Centro del Mondo?
Perquisendo le fedi d’Oriente questo ruolo cosmografico e cosmologico riappaiono Colline Primordiali che sbucano dal Nun/Oceano, Montagne Cosmiche nel cuore dell’Apsu/Abisso, Loti Sacri sempre circondati dall’acqua, proprio come isole.
Basta misurare su un mappamondo il 40° parallelo nord (quello della la Linea degli Olimpi, della Via della Seta, di Toledo, Omphalos di Spagna … – per rendersi conto che lì, proprio…) al Centro, perfettamente equidistante dalle coste pacifiche di Giappone (11.350 Km) ed America (11.359 Km), c’è un Isola che sbuca, a sorpresa, dal mare: un’isola già antica per gli Antichi prima felice – una città galleggiante con le sue 20 mila torri megalitiche e tutti i beni del mondo, ossidiana e argento compresi – poi pestilente, malarica, abbandonata, trascurata persino dagli studiosi di archeologia . Eppure decine, decine e decine i nuraghi sepolti vivi sotto il fango (com’era su Nuraxi di Barumini prima che Giovanni Lilliu gli levasse di dosso quella collina coltivata a fave), mostrano una lontana catastrofe – una vera Pompei del Mare – che, ora, è sotto gli occhi di tutti nel sito www.colonnedercole.info.
Omero per la sua Isola d’Occidente, in Odissea, profetizza uno Schiaffo di Poseidone: ancora il Mare che uccide. Con il drone sembra di vederne le vittime…
Finisce – nel 1175 a.C., giurano gli Egizi e Giovanni Lilliu – la Civiltà Nuragica e la loro storia di quei fabbri sardi continua sui picchi d’Italia. Orte, Orvieto, Cortona, Volterra, Verucchio: un Popolo di Maree più distante possibile da mare. Ormai, però, si chiamano Etruschi. Plutarco– in vita di Romolo – ce li dice “Coloni dei Sardi”. Perché non credergli?
Del resto basta guardare con occhio nuovo le tombe etrusche: il loro Aldilà è l’Isola dei Padri. Un Mar Sacro in cui tuffarsi, una meta felice da raggiungere pagando l’obolo a Caronte, e tenendo in mano l’Omphalos, Simbolo Sacro di quel Centro del Mondo che hanno dovuto abbandonare. Al Centro di quel Primo Centro una sorpresa: la Sorgono dei 200 menhir più antichi di Stonehenge e del rosone di San Mauro il più grande di tutta l’Isola. Perché proprio lì? Un’a ricognizione questa che invita a farsi nuove domande e a ragionarci sopra. Un Ragionevole Dubbio, insomma: dicevano il vero gli Antichi? Atlante era davvero al Centro del Mondo? E quella Sfera Celeste che l’Atlante Farnese porta sulle spalle quanti millenni di osservazioni astronomiche ha richiesto?